Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



mercoledì 13 giugno 2012

Amico cuiusque segregati



Ciò che è nascosto – ditelo nei pozzi –
Attraversate il fiume delle lacrime
Sul legno delle povere parole –
Siate contenti del velame (basta
Come un volto il suo muro al vostro amore) –
Ritornate al teatro del dolore
Con misura implacabile, con gesti
D’animale e di cielo – siate desti
Nel borbottio degli inferi, tra i fiori –
Tutto vi chiede un limpido ragguaglio
Del sentiero calcato piede a piede –
Ma dalla morte effonderà il suo lume
Un sorriso tenuissimo, barbaglio
Di mondi strani e prossimi – è costume
Che si accolga lo scacco allegramente
Fingendo gloria tra i buchi del vaglio
Ostendendo la piaga al cuore assente –
È legge che lo strazio si trasmuti
In lucido metallo, in terra, in liuti –

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie. Non è forse Hermes, amicus cuiusque segregati, il vero nome del vagabondo platonico, figlio di Poros e di Penia?

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