In
alcuni testi la 'sequenza' delle pietre filosofali segue quella
arcaica degli elementi (legata ai 'luoghi elementari'):
acqua-terra-aria-fuoco.
La
pietra vegetale è collegata all'acqua: la sua preparazione è
spagirico-filosofica, va assunta come medicina e utilizzata
nell'opera minerale-metallica. Il lavoro propedeutico è svolto
soprattutto con la rugiada e il tartaro.
La
pietra minerale-metallica è collegata alla terra: l'ermetismo arabo
la chiama pietra 'esterna', barrānī.
Si tratta della preparazione filosofica dell'elisir minerale, in
parte attraverso la prima pietra, quella vegetale. Anche qui si
ottiene una medicina – dei metalli – che può essere specificata
per il corpo umano.
La
pietra animale è collegata all'aria: l'ermetismo arabo la chiama
'interna', jawwānī.
Forse qui il 'vaso' è soprattutto interno, si tratta una forma di
neidan. I prodotti lavorati all'esterno vengono fatti
circolare nell'athanor del corpo, e il lapis 'interno'
potrebbe essere una fisiologia illuminata, trasmutata, come quella
dell'adepto taoista.
La
pietra universalissima corrisponde al fuoco, al mondo
angelico-celeste: l'operatore giunge all'acquisizione dei poteri
magici, alla completa trasmutazione dell'essere umano, diviene
adeptus, "colui che ha conseguito". In molti casi
viene ottenuta senza passare per le tre tappe precedenti: è la
spiritualizzazione, l'angelicazione dell'umano. Lo Spirito
Universale, Ruach Elohim, è l'energia sintropica (secondo la
teoria di Fantappiè, l'unica contemporanea in grado di nominare in
qualche modo l'antico Spiritus Naturae), che non si può
'produrre': l'uomo può solo riceverla e coltivarla in sé e fuori di
sé, nell'athanor interno e in quello esterno. L'uomo può solo
produrre fenomeni entropici, di decadimento e morte: ma tramite
l'epiclesi magica diventa un sacrificatore, dà morte vivificante, fa
risorgere.
La
chiave di tutte le pietre, che sono una, è l'attrazione di questo
Spirito, la sua "corporificazione" o fissazione. Esiste un
magnete per l'oro astrale, per l'energia solare, per il sale di
natura presente nell'atmosfera? I fenomeni di trasmutazione, in
natura e in laboratorio, a basse temperature attestano la possibilità
di captare questa energia plasmatrice che si muove in direzione
opposta rispetto all'entropia, alla causalità meccanica. Triturare,
dissolvere, distillare e al contempo 'dinamizzare': così il
ponderabile si fa ricettivo, trasparente all'imponderabile, alla
quarta dimensione i cui effetti cogliamo solo come sezioni bizzarre
nello spazio-tempo tripartito, entropico.
Essendo
il magnete uno speculum naturae, la prova che ha assorbito lo Spirito
o Sale di Natura è che su di lui-in lui cominciano a manifestarsi
gli eventi di una cosmogonia, il caos si anima, la vita si genera –
andando controcorrente rispetto ai fenomeni consueti,
entropico-meccanici. L'alchimia è l'esoterico della profezia,
secondo la gnosi sciita, perché l'Artista prepara un'ostia gnostica,
dall'efficacia sperimentale-sperimentabile – di cui il rito comune
serba una virtualità che solo la fede può risvegliare. La sua
posizione è dunque sommamente pericolosa e decisiva: è un imam che
saggia se stesso come pietra di paragone.
La
pietra animale è qualcosa come il sangue di san Gennaro, una
conjunctio operata nell'athanor del corpo sottile per
trasmutare la fisiologia. Alla fine l'adepto diventa come quel
sangue, è non-morto, si ritira nel mondo immaginale come Elia,
Khidr, Idris, Gesù e il Dodicesimo Imam, vive come un guardiano dei
mondi, come un agente della resurrezione.
Elia,
modello degli alchimisti: la sua meditazione secondo Ibn Arabi è
quella ʻunsurī,
"elementare"; assume in sé progressivamente le
caratteristiche dei vari regni naturali, diventa uno sciamano. Ciò
può avvenire con o senza upadhi (sostegni visibili): ma
poiché il suo culmine resta comunque indicibile, persino nel codice
esoterico, la Pietra Universalissima dev'essere in qualche modo senza
upadhi. Forse questa pietra di fuoco è il corpo stesso
dell'Imam.
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