Kullu sha’in hālikun illā wajhahu
(Tutte le cose periscono tranne il Suo Volto.)
SURA DEL RACCONTO, 88
La vittoria è la fine. La salvezza
è distruzione. Lo sappiamo, in fede,
noi che imitiamo Allāh, se dirlo è dato,
nel suo perenne aspetto manifesto
quale perfetto ardore di sterminio,
giudizio divorante, ordine nudo
di verità che rade la menzogna
– cioè l’essere, e i suoi servi, gl’infedeli.
Egli è certo anche l’Intimo, l’Occulto:
e questo volto (ammettiamolo pure)
del Misericordioso, inattingibile,
veglia persino nel buio dei cuori
che adesso spegneremo, in quelle carni
brulicanti alla luce inferma e cruda
dei traffici, premute senza scopo
sul suolo – sarà facile squassarlo –
di quella sola fede abominevole:
una pace terrestre; stare bene.
Come oblazione che tracimi il rito
li bruceremo noi, e noi con loro;
su un altare di crolli, senza calcolo,
innalzeremo tutti, che ritorni
tutto a Colui che un giorno l’ha evocato
– quelli che puri furono per grazia
anche fra gl’infedeli, abbiano requie,
e i più, gl’impuri, affoghino per sempre
in un sonno confuso e insopportabile.
Ho scannato il pilota. Ha dirottato,
dopo diranno i ciechi. In fede mia,
a quest’ali ho insegnato con violenza
l’unica rotta che porti alla mèta,
la corsa necessaria, l’implacabile
perdizione, la sola ebbrezza lecita,
quella del lutto e del sangue versato.
È il momento. Babele è così stupida
e sazia e dritta che nemmeno trema.
Non c’è altro dio fuori da Allāh, Muhammad
è il Suo inviato, e io il Suo testimone,
di cui Egli ha bisogno (non è empio
dirlo, oramai) per prendere possesso
del Suo regno, per schiudersi una via
fra il fumo, gli urli, la carne umiliata
alla Sua spoglia e immane solitudine.
13 Settembre 2001 –
NOTE:
Allāh è al-bātin, il Nascosto, e az-zāhir, il Manifesto; il primo aspetto è connesso alla grazia e allo spirito, il secondo al rigore e alla lettera o legge. Talvolta, negli ultimi tempi, si è azzardato l’accostamento fra gl’islamisti suicidi di Hamas e al-Qā‛ida e gli Hashishin (Fumatori d’Hashish, secondo la torva leggenda, da cui Assassini) di Alamūt, roccaforte della resistenza ismailita (messianismo mistico e azioni di guerriglia e terrorismo antiselgiuchide); comunque sia, non è incredibile che nell’anima e nella memoria del contemporaneo terrorista nichilista si agitino filamenti spettrali di idee mistiche.
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