Per Mariella e Giovanni
Quando sono morto
nel punto inafferrabile
che costruisce i mondi –
quando ho perduto
l’ansia di conoscermi
nel tessuto dell’oblio –
e consegnato al sonno
ho accarezzato un’acqua
che sapevo remota
e mia – quando ho veduto
velarsi lo specchio
e udito esattamente
il fiorire del suono
che sarò eternamente –
tu sei apparsa finalmente
non come il primo giorno
giocando a moscacieca –
ma come il primo grido
che ho compitato accolto
nel silenzio del ventre
Nessun commento:
Posta un commento