a L. T.
Sul buco del mio cranio
s’è posata la polvere dei mondi,
la fontana è turata,
mormora nelle tempie
con singhiozzi di memore murata.
Come tornerai, mia acqua,
mio olio, mia ferita,
mia pena, mia canzone? Questa attesa
mi perde, se non è trepida
cecità, disperata attenzione.
Io sto dove tu sei: della mia polvere
faccio arida e giusta libagione.
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