per
Luigi Turinese
Mille
notti più una
perché
il congedo, mio re, ti lasciasse
espirare
di nuovo sulle cose,
ti
ho accompagnato nei crocicchi assurdi,
nei
nebulosi vicoli di anima
come
nella mia carne
di
sposa minacciata. Già lo senti
come
Allah ordisce il suo tappeto
di
lievissimi inganni, di astuzie
grossolane
e sapienti, che ci strappano
il
grave cuore, l’austero intelletto –
il
tappeto di squisita fattura
sul
quale preghiamo esinaniti.
Già
vedi com’è folle voler stringere
quell’incanto
velato che ti spoglia,
quella
misericordia, quel sorriso
che
umilia e rinfresca la tua gloria.
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