Antioco
di Gaza (ca. 540-570 d.C.) fu perseguitato da Eutichio e Giovanni III
Scolastico. Morì in Pannonia, ucciso da cavalieri avari. Durante il processo
per la condanna delle sue dottrine, tra il 568 e il 572, così lo descrisse il
discepolo Isacco di Costantinopoli: “Alto, scuro, precocemente calvo, con un
lungo naso da giudeo, occhi grandi ed eloquenti da siriaco, bella parlata
greca. Conosceva molte lingue. Studiò Aristotele e Platone, ascoltò i magi e i
manichei. Iniziò ad insegnare a ventiquattro anni. Riunì un gruppo di gnostici,
cui diede una regola più simile a quelle di mestiere che a quelle cenobitiche.
Amava molto Gesù Cristo Arcistratego e Salvatore e la Santissima Vergine. Sposò
una giovane di Nicea, ebbero dei figli. Lavorò come amanuense. Fu sempre
generoso e mite”.
I
sei frammenti citati da Numenio il Gobbo in una lettera all’imperatore
provengono tutti dal suo Encheirìdion eis
toùs gnōstikoùs (Manuale per gli
gnostici).
Il male (tò ponēròn) è l’ipostasi separata in modo spurio (he hypòstasis nothōs choristè) dell’angoscia (ponos)
originaria di Sophia, ovvero dell’Uomo Archetipo. Il Dio manifesto, ovvero l’Arcangelo
del Nome, ha vinto il Nulla (tò oudèn),
che è l’ombra del Nulla-Infinito del Divino (toû apeirou oudenòs toû
theiou), nell’istante stesso della sua
manifestazione; la coppia (syzygia)
Uomo-Sophia si è attaccata a quel Nulla, e ne sono sorti il tempo della
conversione (epistrophês) e lo spazio della prova (peirasmoû).
La melancolia per i medici è uno squilibrio
degli umori, per i teologi psichici [cristiani ‘ortodossi’] un vizio (kakia tis); per gli gnostici è la partecipazione
all’angoscia di Sophia, ed è male solo se l’uomo si afferra ad essa e dimentica
ogni nostalgia (pothou). L’Uomo
Archetipo, in quanto Anima dei Mondi – Anima che è Sophia stessa – ha sentito
echeggiare in sé l’angoscia come una domanda (ōsper erōtemà ti), si è
contemplato in uno specchio e si è smarrito. Il suo smarrimento è l’ombra di un
angelo, Satana: in sé è nulla, eppure il suo essere nulla (tò ouk eînai autoû) fa
smarrire le anime terrestri, perché è l’ombra dell’ombra del Nulla-Infinito
[divino]. E un’anima capovolta nella distensione del tempo anela a riposarsi
nel Divino dimenticando il Dio manifesto. Ha bisogno di tempo, che è il tempo
della conversione, per comprendere che solo nella manifestazione c’è riposo (anàpausis) e vita (zōè), mentre il nulla di Satana non è che il residuo dell’angoscia
e della pena che Sophia in alto ha già vinto, e che in basso si consuma e
trasforma in ciascuna [delle anime].
Noi restiamo fedeli a Gesù Cristo, perché
non c’è gnosi senza manifestazione del Profeta Eterno. Gesù è più che profeta,
ma la sua Chiesa è in parte psichica e visibile, in parte gnostica e
invisibile. Lo gnostico è colui che segue (ho
hepòmenos), e seguendo volge la Chiesa alla conversione e alla resurrezione.
Nascondi il tuo Cristo (tòn Christòn sou). Il primo Cristo
doveva rivelare il segreto ed essere ucciso: il secondo dev’essere glorificato
al tempo della resurrezione suprema. Nel tempo dell’occultamento, sii come la
vita all’interno delle viscere.
Combatti la guerra degli angeli contro
Satana, ma ricorda che Satana è il Nulla: combattilo lasciandolo dov’è. Se l’angoscia
ti sovrasta, uniscila a quella di Sophia. Attendi con eccesso di nostalgia,
come un prigioniero che non sappia acquietarsi nell’oblio.
Il Dio manifesto è Dio proprio non essendo
(dià toû mē eînai) il Divino. Questo non-essere (mē eînai) diventa Satana quando l’Anima [Sophia] lo
sente e lo afferra staccandolo da sé.
Nessun commento:
Posta un commento