James
Hillman: “Eros è torturato dal suo stesso principio, il fuoco. Brucia gli
altri; e brucia da solo quando è separato dalla psiche, cioè quando è privo di
intuizione e riflessione psicologica. Psiche esegue le sue fatiche, senza
speranza né energia, senza amore, inconsolabile. La loro separazione noi la
sperimentiamo sotto forma di scissione: mentre l’eros brucia, la psiche cerca
di capire, compie i suoi doveri, depressa. (...) Eros, si direbbe, ha bisogno
di regredire a uno stato di bruciante inquietudine e agitazione, dominato dalla
madre, da Penia o privazione, per rendersi conto di essere stato lui stesso
abbattuto dalla propria freccia e di aver trovato la sua compagna, Psiche. Egli
acquista coscienza psichica. Soltanto a questo punto l’unione ha luogo, e per
essa è richiesta la santificazione degli dei” (Il mito dell’analisi).
Il
rapporto di Psiche con Eros è il rapporto dell’anima con lo spirito, con il suo
spirito: ma non è un rapporto verticale e unilaterale, è un avvinghiamento
serpentino sul caduceo (Eros serpente). Tre tempi: convivenza clandestina,
separazione e infine nozze ufficiali in cielo, al cospetto degli dei. L’Anima
viene iniziata allo Spirito erotico nella morte, lo Spirito-Eros perde ogni
possibile letteralismo spiritualistico o intellettualistico, ogni traccia di
impersonalità e di astrazione. Non bisogna letteralizzare l’itinerario
spirituale in una storia lineare-ascendente (l’anima che si unisce a Dio e poi sperimenta
la purificazione dell’assenza, della notte oscura, nella mistica sufi,
carmelitana etc.).
I pathe tragici, iniziatici, forzando il
limite, sono il più delle volte indicazioni di una possibilità ermetica, che fa
del limite una frontiera: lo mostra anche lo stile di Apuleio, leggero e
sinuoso, la drôlerie iniziatica. Psiche ed Eros, nella realtà
del fare-anima, si incontrano e separano secondo il ritmo del Cantico dei cantici; lo Sposo viene avvistato
fra le grate, l’Amata apre la porta e lo Sposo è fuggito dopo averla
furtivamente toccata, non c’è unione nel tempo che non sia sulla soglia di una
separazione – la circolazione è ininterrotta. La morte tragica è metafora delle
mille morti ermetiche.
A
proposito di drôlerie, Aristofane sugli amanti che ainittontai, parlano inconsapevolmente per enigmi.
(L’enigma tragico-apollineo, l’enigma ermetico).
Ficino:
“L’amore viene detto res amara da Platone, e non a torto, quia
moritur quisquis amat. E anche Orfeo chiamava l’amore glykypikron,
cioè dolce-amaro, perché l’amore è una morte volontaria. In quanto è
morte è amaro, ma essendo volontario è dolce”. L’aggettivo glykypikron si
trova in un sublime frammento di Saffo: l’amore è glykypikron amachanon horpeton, dolce-amaro ineludibile animale (herpeton, essere che striscia sulla
terra, serpe).
Nozze
funebri, Eros funebre. Serpente, drago, mostro: Erichipeo, Phanes. La Bestia
della favola della Principessa di Beaumont, e Bella-Psiche.
Harmonia afanes phaneres kreitton. Harmonia –
unione dei contrari, conjunctio: ma
se viene “vista” nel mondo, ovvero nel tempo lineare e irreversibile e nello
spazio visibile-tangibile, si allontana, fugge. Così l’unione dev’essere
custodita nell’invisibile, non però lasciandola notturna, edenica, innocente
(il che è impossibile), ma cogliendola dinamicamente negli interstizi delle
rotture e delle disarmonie, all’interno dell’infrazione stessa.
Albero
della conoscenza: gettare uno sguardo su Eros. Psiche, figlia ancora non
riconosciuta della Bellezza, di Afrodite, madre di Eros stesso, si congiunge a
Desiderio nella notte, in un Hades (In-visibile) tattile-acustico di
impregnazioni segrete.
Le
sorelle, le potenze inferiori non sposate ad Eros, la persuadono a violarne la
consegna, a guardarlo furtivamente e ucciderlo: le suggeriscono che il suo
nascondimento è legato alla mostruosità, all’informità. (Eros figlio di Caos, vox informis).
Psiche
scorge il volto e le forme bellissime di Eros: lo vede fuori di sé, lo stacca
da sé; ma vedendolo “muore”, è scacciata nel tempo-spazio dell’iniziazione, che
è dominato dalla Bellezza stessa (nel tempo si conosce per speculum in
aenigmate, solo oltre il mondo si vede facie ad faciem). L’Anima viene
torturata iniziaticamente dalla Bellezza manifesta dell’universo, madre del furtivo
Desiderio. Legame apertura degli occhi-morte: si muore all’Eden della luna di
miele, si nasce al mondo, al labirinto amaro dell’esilio che addita il ritorno,
l’epistrofè.
Psyche
è Afrodite stessa nata non dal mare ma dalla terra. Rivalità, gelosia divina, phthonos. Afrodite è la manifestazione
del mondo: vorrebbe che Psiche si maritasse con la bassezza terrestre, con l’infamia.
Ma suo figlio Eros, il Desiderio, se ne innamora: per la prima volta viene
colpito dalla propria stessa freccia dolce-amara. Rapporto fra Psiche ed
Eros simile a quello tra l’uomo e il suo angelo nel sufismo iranico. [La
disobbedienza di Eros ricorda quella della misericordia-clemenza a Verità nel
midrash: che l’anima sia maẓḥar, luogo
epifanico, è dovuto alla misericordia che è in rapporto dialettico con la
giustizia-trascendenza. Dunque Venere è sia la manifestazione, gelosa delle
profondità terrestri-ctonie di Anima, della sua capacità di trasmutazione
(farfalla), sia la maestà divina che tende ad annientare la creazione. Tuttavia
è proprio lei, ironicamente, ad iniziare Anima, a condurla nella propria
famiglia, e fra il consesso degli immortali. Duplicità della bellezza].
Hillman
sulla separazione: ma nella separazione opera già l’unificazione: Psiche ha in
sé l’embrione, la mescolanza del seme suo e di Eros; Eros ha la scottatura dell’olio
di Psiche e del proprio fuoco, della propria freccia. Ali angeliche di Eros,
ali di Psiche-farfalla, angelo in potenza (Corbin).
Curiositas di Psiche, di Eva. Principio di separazione e di morte: conoscenza del
bene e del male. L’olio bollente dell’intelletto umano ustiona il delicato Eros
nottuno: Psiche si avvicina al letto con un rasoio, novacula, il pensiero
discriminante. Si può desiderare il Desiderio solo si è già impregnati di lui,
solo se in grembo si ha già l’embrione di armonia, di Voluptas, la Fruizione:
lo si rivedrà, o vedrà davvero, solo nel consesso celeste, potremmo dire nel
mondo immaginale, per celebrare le legittime nozze, il matrimonio di cielo e
terra.
Malinconia
erotica di Cranach: il tempo dell’iniziazione come nostalgia erotica, nostalgia
di Eros, del gemello celeste, del Principe. Melancholia di Dürer: prostrazione
pesante, terrosa, gravitas redenta
solo dalla contemplazione del nous, geometrico-matematica; quella di Cranach è
una melancholia ricca d’anima, attesa
e attenzione, la gravitas saturnina
congiungendosi a Eros e ad Afrodite è anche impregnazione e gravidanza.
Psiche
è in stato interessante: la vita è interessante perché è inter-essere, essere
fra.
meraviglioso
RispondiEliminaTroppo gentile, Conte!
RispondiEliminaBellissimo
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