Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



mercoledì 13 aprile 2011

Andrea ho Salos




Anche capita
di perdere la faccia
non al modo comune di chi rode
la sua tetta d’ombra sul cadavere
ipnotizzato di Bisanzio,
quando frusciando plana in qualche scolo,
(e il complice specchio copia ancora
la sua molle memoria domestica,
però dalla giustizia di un incontro
con una viva psiche ti ride
la luna demente del tuo cranio
);
capita anche, a volte, di deporla
come quel melo
che lavora il suo amore nella tenebra
dell’attenzione, e piange ed esulta
a lungo, sontuoso nel disprezzo
del mite peso sillabico,
del grumo che non osa misurare
il proprio fiato di smania e abbandono,
e si gonfia di luce e di midollo,
lento sinuoso quaderno
per cui la terra manda a memoria
la pazzia del raggiante Imperatore
che vide la Sua faccia nella perdita,
e sognò e dispose la Sua sorte
di esatto disonore,
di vasta e minuziosa nullità,
di dolcissima morte.


NOTE:
Andrea ho salos (“il folle” per Cristo), schiavo di origine scita, seguì la via della santa idiozia a Costantinopoli fra il V e il VI secolo d.C. (secondo l’agiografia di Niceforo, presbitero di Santa Sofia).


- Luglio 2002 -

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