Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



martedì 7 settembre 2010

Appunti dell'uomo di campagna davanti alla porta della Legge/4


Dalet

Biblicamente, la realizzazione interiore, spirituale della promessa-davar-Logos è pegno e anticipo, arra; e (come nel buddhismo Mahayana) il mistero opera in mezzo agli uomini, cioè, secondo la rivelazione neotestamentaria, trinitariamente, in un movimento/spessore interiore-comunitario. Ma il pegno è sempre croce e attesa: la stessa resurrezione è pegno, perché tutta la Storia lo è. La mediazione di Gesù è pegno di primo grado, e Storia tutta assunta dal Futuro, dal Regno, teofania massima (come il dono della Torah secondo la tradizione ebraica), e insieme punto più basso dell'esilio o galut (Dio si manifesta attraverso un unico uomo del popolo, e questi viene orrendamente/banalmente ucciso): è l'evento più dinamico, trasformante possibile (perché apre ad altri eventi, maggiori, Gv 14,12).

He

Senza lettera (peshat) niente fede; senza fede niente Croce; senza Croce niente resurrezione della carne.
L'alchimia cristiana tratta il piombo della lettera col mercurio della fede, che veicola l'opus contra naturam, il lavacro-baptismos mortale da cui esce l'oro, il seme perfetto e fruttificante, l'inizio, il presente in cui si specchia il Presente Eterno o Eterno Futuro.
Lo stesso in Abramo: lettera del comandamento (scandalosa in quanto saturnina: "Offrimi il tuo unico figlio", come i re dalle cui terre sei uscito, perché tutto è mio, Io solo sono); fede in tutta la promessa (Isacco è il primo sigillo del Patto eterno, irrevocabile, "senza pentimento"); lacerazione perfetta nel rapporto col figlio (la magnifica sinfonia di silenzio e dialogo nell'ascesa del monte: Kierkegaard è riduttivo quando parla della solitudine del padre, legge il testo con la monoculare prospettiva protestante); resurrezione del rapporto, conferma della prima promessa, più paradossale dello scandalo stesso.
Dio ha promesso: Gesù dice: Io vengo a realizzare questa promessa, in me la promessa di Dio prende esistenza di carne; e tuttavia il Figlio sarà ucciso, come i profeti prima di lui (saturnino, qoheletico). La fede (in Gesù congiunta alla scienza) dice: risorgerà; Dio stesso provvederà. Ciò crocifigge: io lo so e lo credo, ma patire la morte oltraggiosa mi scandalizza. Così la Croce intima-visibile, l'evento agito-creduto, veicola il mantenimento della promessa. Il davar-parola della promessa si fa davar-cosa, basar (carne, esistenza).

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