Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



sabato 19 marzo 2011

Dal razionalismo al logos


La discussione sul vinculum substantiale attesta l’esigenza di un terzo nel sistema leibniziano – il nexus del Cusano.
Anche i due principi logici supremi richiedono una sintesi superiore. Il principio di contraddizione o identità riguarda le verità di ragione, eterne, assolutamente necessarie, analitiche: si tratta di verità nozionali, astratte (logica e geometria), è un principio di identità vuota che rimanda alla tautologia come proposizione logica in Wittgenstein, è un riflesso della realtà metafisica nella mente umana e nelle sue costruzioni. Il principio di ragion sufficiente riguarda le verità di fatto, contingenti, sintetiche: si tratta di verità relative alle cose reali, alle sostanze (corporee, create), è un principio che in virtù della riduzione della verità ad inerenza e della stessa struttura metafisica leibniziana tende ad infinitum al primo principio, quello di identità – le verità contingenti, in Dio, nell’infinito reale, sono necessarie, anche se ipoteticamente. Ma Dio è la suprema realtà, la somma monade, e in lui si unificano necessità e libertà, identità e ragion sufficiente-alterità. Dov’è il terzo, lo spirito? Sempre negli interstizi della dualità-opposizione: così in Cusano la steresi aristotelica si capovolge e si precisa come nesso vivente e dinamico (similmente nella qabbalah chassidica); il vinculum substantiale emerge come ipotesi metodologica per dare ragione dell’unità delle sostanze corporee; e in generale l’approccio del come-se, la legge di continuità, il dinamismo concettuale sollevano Leibniz ben al di sopra del razionalismo e dell’empirismo, nonché delle metafisiche ormai sradicate dal nous.

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