Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



sabato 3 agosto 2013

IL POETA MENG HAO-JAN ALLA SUA DONNA DOPO L’INGRESSO NEL GRANDE VUOTO




Vorrei davvero sentire per te
qualcosa che non sia l’amore nudo
nutrito dalle pietre e per le pietre,
l’accoglienza infinita, senza gusto
né valore, la svagata pazienza
d’acqua di chi nuota nel non-essere.
Vorrei davvero che l’antico stame
della passione tutto si bruciasse
in profumi, in oblio, in povertà,
e che le alte notti condivise,
cui assistevano bande di spiriti
sorridendo e ammirando, gracidassero
nel limo idiota della libertà.
Ma quel che voglio, che vorrei, non conta
granché, perché quell’io non è più un io,
e il non-volere che lo abbraccia e cova
lo tratta come il tuo, il suo, e un altro,
e così vi ritorna, quando capita,
e non è neanche detto, quelle volte,
che lo saluti, o che lo riconosca.

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