Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



domenica 25 luglio 2010

In margine al commento di Nachman di Breslaw sull'ordalia delle acque amare


Come l'ordalia delle acque amare prova la fedeltà o l'infedeltà della sposa, così l'umanità sposata dal/al Verbo in Gesù beve l'amarezza della Croce, in cui è cancellata non solo la formula di maledizione, ma il Nome stesso di Dio che vi è contenuto e la sostanzia. Nella notte della prova di Gesù non è cancellato Dio ma il suo Nome, che tuttavia con Dio coincide in quanto è il suo vivente manifestarsi: il Nome scritto è cancellato per la prova che riconcilia gli sposi, la Torah scritta è sospesa, annientata nella morte del Verbo incarnato per l'effusione della Torah di grazia, dello Spirito di concordia, l'amore del mondo redento, del Regno. Secondo la qabbalah, nella colpa (chet, lettere chet-alef-tet) la Alef, il Nome di Dio che è Dio, è presente - ma muta, quiescente, esiste e fa esistere la colpa (la colpa-espiazione) nello stato di non-manifestazione. Così è un unico mistero, e la Croce (mette alla) prova realmente l'umanità di Gesù, l'uomo Gesù, in cui Dio è velato proprio per esservi intimamente e compiutamente presente - cancellato per essere bevuto, bevuto per provare, per mettere alla prova, la sposa, la carne umana e terrestre.

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