Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



giovedì 16 giugno 2011

I tre figli


Dai tre figli di Noè nascono tutti i popoli: la loro triade complica l’intero edificio sefirotico, anche se l’interpretazione cabbalistica lascia sorpresi, collegando Shem a Hesed, Yafet a Tif’eret e Ham a Ghevurah. In realtà le associazioni sembrerebbero imporsi spontaneamente: Shem, il “Nome”, l’adoratore e il servo del Nome, colui che custodisce il segreto del rapporto Signore-servo, è l’incarnazione della Grazia-Tenerezza divina, è il semita, l’ebreo che si oppone a Ham, il “Caldo”, colui che vede la nudità del padre e ne sperimenta il giudizio, che è destinato a servire, che genera Kanʻan. Ham è il mediterraneo stanziale, ma anche il capostipite delle comunità dedite alla possessione, ai culti dionisiaci e folli che, agli occhi del semita, si fondano sulla punizione tutta sacrale e per niente morale di quello sguardo gettato sulla nudità del padre ubriaco. Sarà servo del servo del Nome, perché la sua terra sarà divinamente usurpata da Israele, l’eletto, così come il suo ardente calore sarà assorbito dalla dolce Torah sacerdotale, che ne resterà segnata. Yafet è il Bello, ma anche Colui-che-si-dilata, il nomade delle steppe, l’arya che scende dal Nord, luogo del Male, per soggiogare sia i camiti che i semiti, e tuttavia dimorerà nelle tende di Shem, troverà pace solo nel cuore delle nazioni, facendosi devoto dell’Uno ma in realtà ancora e sempre del Bello irraggiungibile: il suo eros è brama di cacciatore, di conquistatore, il suo equilibrio in Tif’eret si regge tutto sul braccio destro, sulla sua anima semitica che gli resterà sempre estranea, incomprensibile.
Da un altro punto di vista, Shem è l’equilibrio – Tif’eret – tra Yafet e Ham in quanto cuore delle nazioni, secondo la visione di Yehudah ha-Lewi: così Yafet apparirebbe semmai come l’incarnazione del Giudizio, come la belva feroce che di volta in volta avanza mascherata dalle insegne degli assiri, dei diadochi ellenistici, delle diverse Rome; e Ham è l’eccesso di Grazia, Hesed come abominio e incesto (anfibolia ben presente ai cabbalisti), la sfrenatezza illimite del cananeo, dell’africano, del polinesiano, la sua ardente dolcezza che Yafet schiaccia e Shem beve con astuta sobrietà.

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