Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



mercoledì 9 ottobre 2013

Nel ventre di Mamma Roma





Il dandysmo intellettuale, il labirintico orgoglio di alcune generazioni fa, nei confronti del maestoso passato sepolto sotto liturgie quotidiane di scherno, deve ormai passare attraverso il fuoco, essere purgato con il sale e la terra. Oggi dobbiamo poter confessare, senza un briciolo di gusto per il paradosso, che discutere del sesso degli angeli e di quanti angeli possano danzare intorno alla punta di uno spillo è di gran lunga la cosa più interessante del mondo.

Consiglio del tutto disinteressato ai miei giovani fratelli venditori. Un tono vispo e sottilmente indifferente non ravviva la brace infantile della fiducia sepolta sotto la filosofica cenere del malumore quotidiano. Se volete truffare l’orfano e la vedova, siate tranquilli e caldi. Leggete Pinocchio e Melville, non le dispense del Teatro di Oklahoma, pivelli!

Studiare lo Zohar a Villa Gordiani. Ci si sente, alternativamente, un personaggio immaginario di Singer e, più in generale, un perfetto rappresentante del rimescolamento dei varna proprio del nostro evo.

Un tratto permanente, archetipico della psiche italiana si tradisce allorché i figli del Risorgimento, cantando il fiammeggiante ritornello del loro inno di vittoria, se non sono letterati o patrioti avvisati o entrambe le cose, finiscono immancabilmente per esortarsi con uno sganarellesco “Stringiamoci a corte”.

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