Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



giovedì 31 ottobre 2013

Dopo aver udito per la 7598889a volta un luogo comune infame






“Non ho mica la bacchetta magica!” dice l’uomo politico che, dopo aver promesso la Gerusalemme Celeste, finalmente eletto depone la tunica del profeta e indossa i grigi panni del funzionario severo e responsabile. Invece sì che hai la bacchetta magica!, occorre rispondergli: la verga di Hermes, il Caduceo, la chiama Epitteto, l’unica facoltà davvero pratica a questo mondo – l’immaginazione guidata dalla volontà spirituale. Se volessi cambiare quelle tre o quattro cose che distinguono un dolce ostello dalle ceneri di Sodoma, se anzi semplicemente le volessi con l’energia con cui da bambino volevi la luna (e non eri folle: sentivi che si può possederla in ictu oculi, e non si può mai raggiungerla), nel peggiore dei casi lasceresti un mondo segretamente incinto di Paradiso. Il punto è che non vuoi volere. Il punto è che usi la tua bacchetta magica solo per mutare in pietra te stesso e i tuoi compagni d’armi.

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