Meravigliosa intuizione di Péguy: la speranza, bambina, accompagna per mano la fede, che assorbe e vaglia con semplicità e saggezza il racconto della storia, e l’amore, che si installa in un presente aperto alla presenza perfetta. Forzando un po’, mi viene da dire che la speranza mette in rapporto, in comunicazione anche il credente e colui che vive, spesso inconsapevolmente, di nudo amore: senza la sua sorgiva e veggente piccolezza, i due sarebbero mortalmente separati – come spesso accade. Forse è la sua assenza il peccato contro lo Spirito: chi non porta sempre con sé la veste nuziale, chi è impreparato all’incredibile pretesa del Signore che lo invita a banchetto, non potrà essere perdonato, perché almeno con un’oncia del nostro essere dobbiamo saperci figli di re, destinati alla corona.
giovedì 11 marzo 2010
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