Quando leggo i versi stupendi di Orazio, con le loro inarrivabili sprezzature, sento che è questo che ci fanno gli imperi: creano malinconia e saggezza nei meandri del loro cuore e, ai loro margini taglienti, la fame di apocalisse e di salvezza. Come sono eternamente avvinti l’Epicuri de grege porcum e l’Eltheto charis kai pareltheto ho kosmos outos! Gemelli inquieti, in cerca dell’unica pace. Ma la croce resta sempre in mezzo, nel vivo della loro stretta-abbraccio, ed anche sempre fuori.
sabato 20 marzo 2010
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