Quando da bambino vedevo dai finestrini della nostra automobile la scritta DIO C’È, a pennarello o spray, campeggiare sui cartelli stradali e pubblicitari, pensavo che quella professione di fede infantile, e tutto sommato simpatica, attestasse più che altro l’esistenza di una qualche solida prova a posteriori di cui il banditore on the road s’era, non che accontentato, addirittura esaltato. Non molti anni più tardi venni a sapere che quelle parole erano un segnale in codice per informare della reperibilità di eroina nella zona. La storia di quella scoperta è stata da allora, per me, un’immagine chiara e brutale della storia di caduta dell’uomo: da essere che officia la celebrazione aurorale, ignorante, pubblica del divino, ad essere che si inietta idoli feroci in solitudine, seguendo il richiamo di pusher irridenti.
venerdì 5 marzo 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento