Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



domenica 25 aprile 2010

Metaformosi del Golem: magia, alchimia, tecnica/1


Tre categorie, distinte e procedenti da un’unica radice (Iside): meraviglioso, magico e miracoloso.
Il meraviglioso è il pagano, il naturale: ne tratta il IV capitolo di Orthodoxy di Chesterton. Il cristianesimo ha introdotto un’intuizione nuova, quella della contingenza radicale, ma il fondamento poetico dell’esperienza umana, della mente umana incarnata nel rito, nel simbolo vivente, è questo senso del cosmo come qualcosa di fatto, come l’opera di una volontà e di un artificio divini e daimonici insieme.
Il magico è l’ambigua sophia del meraviglioso: conoscenza applicata, manipolazione, techne – ma ha la sospensione, l’indecisione morale-metafisica di Merlino, l’arcimago celtico (figlio del diavolo e di una penitente), e dell’albero edenico della conoscenza del bene e del male (l’albero buono-e-cattivo).

La suggestione usa l’amo del desiderio, di cupido. Platone sul pithanòn meros dell’anima (la sua parte sottomessa a Peithò, la Persuasione che fa parte del corteggio di Afrodite), Bruno sul vinculum erotico. Il mago lavora sul tessuto di suggestioni che è il mondo: deve unificare e distinguere la mente umana (la soggettività individuale) e la mente non-umana, la cui oggettività vela un nucleo soggettivo più profondo, sovraindividuale.

Gli istanti di mutamento-movimento. Uspenskij li considera istanti di intersezione fra la 4a dimensione e il mondo 3D; Rabbi Dov Baer, il maestro hassidico, li chiama istanti di steresis (privazione di forma, transizione da una forma all’altra), che è il Nulla (En) della Sapienza creatrice. (Anche Eckhart parla della potenza negativa dell’intelletto, che de-crea le creature, le riconduce – epistrophè – al loro archetipo che è un’idea di Dio).

Pico: il mago fa passare le cose dalla potenza all’atto – mostra (e realizza) la totalità quadridimensionale nel tessuto tridimensionale, agisce nel farsi del tessuto invece che nel fatto: negli insterstizi delle forme e del tempo.

Stato di sonno ipnotico (“subconscio”) come fonte della mente sognante-desiderante e di quella desta, realistica, legata però da un sonno più ambiguo, il torpore del “positivo”, l’incantesimo del fatto.

Alla luce di Florenskij, la magia è quasi il cuore sottile, immaginale della techne.

Potenza della parola. Nomina barbara, lingua degli uccelli, rotazioni di lettere nella Qabbalah – c’è parallelismo con la disarticolazione del logos, della trama mentale. Il trauma del sacrificio e dell’incesto ne è metafora.

Le suggestioni operano “direttamente” sul subconscio, fatture e altre actiones in distans vanno lette congiuntamente alle prime, in teoria, ma in pratica richiedono la psicobolia, l’impregnazione telepatica, e il medium è una proiezione del corpo sottile del mago, un suo doppio.
In che modo il corpo sottile interviene fuori dal corpo, ad esempio nella telecinesi, nel Poltergeist etc.? Lo si può comprendere solo esaminando in che modo agisce sul “suo” corpo grossolano, con cui tende a identificarsi.

Con la meditazione – unione di volontà e intelletto, desiderio puro e attenzione – si de-crea l’oggetto, lo si riduce al nulla, quindi al suo statuto di immagine nell’unus mundus, nella 4a dimensione, nel cuore.

La differenza fra l’orante-contemplante e il mago è che questi usa in primo luogo una volontà immaginale, una fede fantastica centrata su un aspetto della totalità della Sapienza, o meglio su una sua icona, su un suo eidolon visto come specchio del Tutto (panta en pâsin).

Il sogno guidato, fiore dell’autosuggestione, della vinculatio sui, prelude al suo frutto che è l’actio magica come “formazione” (yetzirah), interazione corpo-mondo tramite il medium dell’immaginazione (pneuma phantastikòn) per proiettare sulla trama degli eventi forme volute, o meglio per maneggiare la stessa spoletta del telaio.

Guida dei sogni: conciliazione di conscio e inconscio, veglia e sogno; si agisce sul corpo sottile invece di esserne agiti. Così si sta, parzialmente e temporaneamente, dalla parte del marionettista che regge i fili (neura, i “nervi”), ovvero del corpo causale, della sapienza unificata/unificante.
Si può acquistare la facoltà di oggettivare, plasmare e proiettare il corpo sottile o astrale o immaginale: la fucina è il cuore, col fuoco centrale del suo calore magico o tapas (vedi la lettera del Pontano).
Imparando ad agire sul corpo sottile, ordinariamente inconscio o subconscio, si può imparare ad interagire col sogno in cui è immerso il mondo naturale, con la sua immaginazione. Il non-io/mondo non può essere “vincolato” (suggestionato) come un uomo, sia pure un uomo in trance: non ha ego, desideri egoici da offrire come appiglio. Il suo eros, la sua fede, la sua fantasia si manifestano (l’analogia col microcosmo umano in parte funziona) nelle patologie (mostri, eccezioni), negli “atti mancati”, nei transiti delle metamorfosi etc.

La magia: costruzione del corpo sottile come doppio attraverso la congiunzione-circolazione di sogno e veglia sul caduceo. La volontà diurna si carica di percezioni notturne, oniriche, tramite un continuo esercizio di apertura dello sguardo – scepsi meditativa – e la fede sempre più densa e acquisita (incorporata, incarnata) nella realtà del possibile, nella pluridimensionalità del simbolo.

Nessun commento:

Posta un commento