Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



lunedì 9 maggio 2011

Con Bloy, nella cloaca/9


Intuizione della moglie Jeanne, che Léon Bloy trascrive in latino: “Membrum virile symbolice Crucis effigies ab antiquitate videtur. Christus moriens in patibulo, emisit Spiritum. Vir coïtans et hoc modo cruciatus in muliere anhelans, emittit semen” (“Il membro virile viene considerato sin dall’antichità un’immagine simbolica della Croce. Cristo, morendo sul patibolo, emise lo Spirito. L’uomo che copula, crocifisso alla donna e ansimando su di lei, emette il seme”). Potrebbe essere un frammento dell’Adversus haereses di Ireneo (suggestione, unilaterale ma feconda, a suo modo eretica, di Borges su Bloy “continuatore dei cabalisti, fratello segreto di Swedenborg e di Blake”). Mi vengono in mente due tra le letture possibili. La prima: Gesù sulla Croce come l’Uomo sulla Donna; il grido della morte è il grido dell’orgasmo, l’effusione del Seme che feconda il legno della Croce, dell’Albero antico, facendone l’embrione del Paraclito, il Fico il cui tempo non è ancora arrivato. La seconda: Gesù crocifisso è il membro virile che, morendo, feconda la terra (che è anche la croce degli elementi, il Quaternario) col suo seme-Spirito, concependo la Chiesa-Regno nel supremo dolore. Le due ipotesi sono unificabili: la Croce è lo Spirito, la Terra Madre (Malkuth) è (la Sposa del)lo Spirito; Gesù è crocifisso/congiunto allo Spirito come il Daimon alla Tyche (“il caso è il nome moderno dello Spirito Santo”), il Maschio alla Femmina, il Sole alla Luna sul caduceo orfico commentato da Goethe. Il Padre è l’asse che li separa/unisce, è il loro abbraccio/lotta, o meglio è ciò che abbraccia il loro abbraccio. Meglio ancora: è lo Spazio (Maqòm), la Fonte (Peghè) dell’abbraccio, è il Silenzio da cui emergono la Parola e il Gemito.

Tra le aspre ingiurie delle Toledot Yeshuʻ si legge che il Dio-uomo dei cristiani era figlio di Maria e di un soldato romano, tale Yosef ben Pandera (Giuseppe figlio di Pantera o della Pantera: il feroce e affascinante felino è stato più volte associato, da Padri cristiani e Tannaìm talmudici, alla potenza predatrice dei romani; singolarmente, in certi bestiari medievali la Pantera Profumata era uno dei simboli teriomorfi di Gesù stesso). Nella versione meno calunniosa e più dolente la giovane di Nazareth subisce uno stupro. Schalom Ben Chorin chiosa in modo molto umano (e quindi limitato, ma opportuno) che così ripeteva e figurava il destino di tante ebree violate da truppe straniere.
Nella qabbalah successiva alla gerush del 1492, soprattutto in quella di ispirazione sabbatiana, il motivo acquista risonanze tenebrose, allarmanti. Il misterioso Moshe Chayyim Luzzatto scrive che le violenze contro le israelite, profetizzate da Zaccaria per il tempo messianico, vanno intese come un atto di tiqqun, di riparazione della sostanza divina: i pagani stupratori assorbono, prendono su di sé le scorie maligne ancora presenti nelle stuprate, che si purificano e compiono l’opera rendentrice. In un altro testo allo stupro-tiqqun si aggiunge un altro segno di bassura: le donne sono mestruate, e i nati saranno quindi bne-niddot, figli concepiti durante il ciclo mestruale, condizione di impurità così aborrita da diventare insulto tra i più noti ed efficaci.
Ceronetti ipotizza che la celebre ʻalmah di Isaia 7,14, la virgo dell’esegesi cristiana, sia in realtà una ierodula, una prostituta sacra: un prodigio di ignominia assoluta.
L’ebrea gnostica Simone Weil insiste nei suoi appunti sul fatto che lo stupro, la violenza carnale, negli antichi miti pagani è il modo in cui si manifesta il contatto dell’uomo con il soprannaturale.
Di tutto questo il vangelo di Luca e la sura coranica serbano come una vaga traccia mnestica addolcita dalla misericordia, e il segno si fa gaudioso, trasparenza di Regno: ma il turbamento di Maria di fronte al Giovinetto immaginale, tramite del Soffio, concentra nello spazio di un singhiozzo d’angoscia gli orrori squadernati dalle congetture marginali, dalle fantasie esoteriche o ereticali.
Forse Bloy non è lontano.

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