Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



lunedì 16 maggio 2011

Piccola ode al matrimonio nel XXI secolo


La luce del matrimonio
è discesa nelle cripte,
s’è acconciata ai sottosuoli
della città che sogna
senza petto né mura,
le è piaciuto l’umore dei morti,
il salnitro dei santi, la poesia
delle fredde officine dei cristiani.

Il chiarore delle nozze
contratto e iniziazione
ha rimesso le dita insalivate
sui codici, e figure nel blasone.

Lo avete chiesto ai ragazzi? Vi diranno
un enigma platonico, che uccide,
perché gli dèi sono calcolo e furia.
Il Dio di Abramo e di Sara
(e di Osea e della puttana) non porge
indovinelli e cappi: è molto peggio,
come sanno gli sposi.

Sono più matti, loro due, del primo
tarocco, più assurdi di un suicida,
sono ragazzi perbene, loro, facce
e corpi sacrificali. Cercateli
nelle cripte nitrose, negli azoti
insani e trionfali delle tombe,
nelle catacombe liete da ammattire,
nei sottosuoli malfamati dei santi.
Cercateli nell’orrore e nella grazia
della poesia, nelle miniere fumanti
di cancro e medicina. Il matrimonio
è la tomba dell’amore.

- 6 Agosto 2004, Trasfigurazione (e 59° di Hiroshima) –

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