“Il giorno in
cui si soffierà nel Corno” (sura VI al--Anʻām, v. 73): Ibn ʻArabi osserva che
il Corno del Giudizio, al-ṣūr, può
essere interpretato come “le immagini”, al-ṣuwar;
il mondo immaginale, che cresce a spirale, come la scala di Giacobbe, come le
trombe d’aria, come i vortici nell’acqua. Il corno o tromba che risveglia il
morto – dal rito romano della conclamatio
al racconto sacro sull’arcangelo Serafiele, fino allo squillo che attraversa il
sonno della materia-Giacobbe nella prima tavola del Mutus Liber, capolavoro dell’alchimia occidentale – è lo stesso
intermondo sottile, veglia rispetto al sonno embrionale del mondo terrestre,
sogno ricco e strano rispetto alla veglia definitiva, alla folgorazione impensabile,
alla gloriosa consummatio che il
Giudizio Universale dischiude.
venerdì 1 novembre 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento