Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



martedì 2 febbraio 2010

Annotazioni per se stesso del poeta Meng Hao-Jan dopo il mancato superamento degli esami di jin-shi



Il cielo ha decretato
ch’io non passassi gli Esami di Stato.
Mi odia? Mi ama? In città
non hanno dubbi. Ne so sempre meno,
di giorno in giorno si stringe, si secca
ciò che comprendo. Ascolto le lezioni
delle pietre, anche di quelle tagliate,
apprezzo il fango, i turbolenti insetti
che lo abitano, come i bambini e i vecchi
temo la notte. Da fallito in carica
rischio ogni istante di appassionarmi al respiro,
mi prendo cura dei miei cocci, li lavo
in un’acqua ritrosa, eccelsa. Il cielo
forse ne sa quanto me. È illimitato,
sul serio, quel che non può fare
chi è respinto agli Esami di Stato.

NOTA:

Meng Hao-Jan (689-740), uno dei massimi poeti T’ang, cantò con sapiente delicatezza la vita eremitica e i convivi fra amici. In realtà la bocciatura ai temibili esami di jinshi (o chin-shih, gli esami superiori per accedere alla carriera di funzionario imperiale) risale a tre anni prima della morte, ma in questo testo lo si immagina giovane e sulla soglia di una metanoia taoista.

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