Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



venerdì 19 febbraio 2010

Mysterium iniquitatis, mysterium iustitiae



Ogni grande tradizione spirituale deve tenere insieme le povere primizie terrestri e le lingue di fiamma del mistico, deve far inginocchiare il sovrano mentre lo inonda del suo crisma, deve assimilare le piccole e inattese verità degli eretici mentre li confuta come laceratori dell’unità, deve benedire tutto prendendo tutto con un grano di sale, deve avere la leggerezza del saltimbanco, la tristezza dello scriba, l’onesta dissimulazione della spia, deve consegnare la fiaccola dello spirito con lo stoppino sempre più consumato della lettera, consapevole o quasi che i molti scambieranno il fuoco per lo stoppino e lo stoppino per il fuoco, deve guardare e amare l’ultimo, l’invisibile, il tremulo, ma contenerne l’immane potenza nascente, deve truffare il bambino ed essere il bambino, deve sorridere come il forte alle critiche velenose dei deboli che sognano la forza, ma raggiare di collera quando l’avversario ha forza autentica e buona nel fodero o nella faretra, deve trovare i versetti giusti per giustificare il boia e abbracciare il condannato con più dolcezza di sua madre, deve essere nel mondo senza essere del mondo sapendo che è possibile solo a chi esce dalla casa del padre, deve ricordarsi ogni mattina di essere grano e loglio, deve dimenticare ogni sera il bene e il male che ha compiuto durando.

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