Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



sabato 6 febbraio 2010

Traduzione e commento del testo arabo della Tabula smaragdina (Lawh al-zumurrud)



La tavola di smeraldo di Hermes

È vero, privo di menzogna, certo e reale:
Ciò che sta sotto è a immagine (mathīlu) di ciò che sta sopra e ciò sta sopra è a immagine di ciò che sta sotto per operare i miracoli dell’una e unica cosa;
e come tutte le cose sono e appaiono dall’Uno tramite la meditazione dell’Uno – così tutte le cose nascono da quest’unica cosa tramite adattamento.
Il Sole è suo padre. La Luna è sua madre.
Il Vento (ar-rīh) l’ha portato nel suo ventre. La Terra è la sua nutrice.
Questi è il padre di tutte le perfezioni (kamālāt) del mondo.
La sua potenza giunge a perfezione (=all’atto) qualora si trasformi in terra.
Separa la terra dal fuoco, il sottile dal grossolano (o anche: dall’immaturo) con sagacia (husn) e arte sublime.
Si innalza dalla terra al cielo e di nuovo discende sulla terra e ottiene la forza delle cose alte e di quelle basse.
In questo modo conseguirai la gloria del mondo intero e così voleranno via da te tutti i veli dell’illusione.
La sua forza è superiore a ogni forza: trionfa su tutto ciò che è sottile e penetra tutto ciò che è solido.
Così fu creato il mondo.
E da ciò traggono origine gli adattamenti miracolosi e il modo in cui avvengono è questo.
Per questo vengo chiamato Hermes il Tre volte Sublime, perché ho conquistato le tre parti della filosofia del mondo intero.
È compiuto e terminato ciò che ho detto dell’opera del sole.

Commento:

La tavola di Hermes, libro profetico dell’esoterismo, fatto di smeraldo perché la luce smeraldina è la luce della visione immaginale, è verace, emana dal Vero come Hermes, logos dell’Uno; non c’è menzogna, falsità, inganno in essa: è certa, fondata sull’intuizione intellettuale, sulla conoscenza del cuore; è verità-realtà, Haqq, “come” Dio che l’ha scritta attraverso Hermes.
Ciò che sta in basso è come, è analogo, è a immagine di, corrisponde a, ciò che sta in alto: i minerali agli astri, quindi anche la produzione di energia nelle stelle alle trasmutazioni biologiche e chimico-alchemiche; la vita terrestre, con la sua triplice manifestazione, minerale-vegetale-animale, è plasmata sul modello dei moti celesti, è generata dai moti celesti nella loro intersezione feconda con l’atmosfera terrestre. Mathīlu: fra il superiore e l’inferiore media il mundus imaginalis, ‛ālamu ‘l-mithāl, il mondo sottile in cui avvengono gli scambi, i passaggi di stato, le germinazioni. L’imbuto del vortice è proprio l’istante di transizione, il punto di separazione-contatto tra i fenomeni finalistici-sintropici (retti dalla Concordia di Empedocle) e i fenomeni causali/meccanici-entropici (retti dalla Contesa). Questa dualità mediata, questa unitrinità, esiste affinché siano operati i miracoli – termine profetico, ma nella prospettiva esoterica tutto è miracolo – dell’una e unica Cosa: la materia prima, manifestazione del Soffio del Misericordioso e quindi del Misericordioso stesso, opera la Sua unità unificando la molteplicità – vedi Corbin sul paradosso del monoteismo.
Tutte le cose, le cose molteplici, sono e appaiono-sorgono a partire dall’Uno – da Dio – tramite la meditazione dell’Uno. Dell’Uno: genitivo soggettivo e oggettivo – la molteplicità scaturisce dal ritmo neoplatonico di processione e ritorno, dall’autocoscienza divina. Così, poiché la materia prima è lo specchio dell’unità misericordiosa di Dio, tutte le cose nascono, sono generate da quest’unica madre-materia tramite adattamento. Takayyuf: conformazione, accomodamento, adattamento; il “come”, il kayfa delle cose è la loro con-formità al modello; l’Uovo cosmico, la perla bianca, la luce primordiale esprime tutte le forme formate, tutte le cose, per adattamento reciproco e di ciascuna-tutte all’Uno. L’unica Cosa è la materia prima e anche l’universo come piena manifestazione di Dio, l’universo come materia spirituale, gloria, pietra filosofale.
Sole e Luna sono padre e madre della pietra filosofale, della vita, della quintessenza. Il Sole con i suoi raggi freddi e oscuri che si fanno caldi e luminosi a contatto con l’atmosfera sublunare; la Luna che scherma e porge il balsamo solare fornendogli il ricettacolo, la fredda umidità, il succo della vita.
La maternità della Luna si manifesta nell’opera del Vento, ar-rīh, termine femminile come rūh, Spirito: l’atmosfera sublunare con le sue correnti è gravida dello zolfo solare, del balsamo di vita, è una sospensione colloidale, un albume impregnato della forma sottile della rugiada, del suo sale vivificante. Ma la Terra è la nutrice-balia di quel balsamo: accoglie la rugiada, la nutre col proprio latte, con la propria essenza sottile, la fa crescere, la consolida dopo che è uscita dal nascondimento, dall’invisibilità del grembo atmosferico, ventoso.
Lo zolfo che così cresce è il padre di tutte le entelechie, le perfezioni, gli equilibri del mondo: è la forma formante, lo spirito di vita, lo spirito seminale, il principio sintropico di ogni manifestazione e della manifestazione nel suo insieme. Ma è nascosto, volatile, inafferrabile: la sua potenza-potenzialità, la sua dynamis, si perfeziona, giunge all’atto, all’entelechia, se si riesce a convertirla in terra, a fissarla in un sale, in una pietra (law, “qualora”, suggerisce l’intervento dell’arte per assecondare il movimento resurrezionale, corporeo-spirituale, della natura).
Ecco la sintesi delle operazioni alchemiche: separa la terra dal fuoco – lo zolfo dalla sua corporificazione imperfetta, disgrega il corpo, uccidilo; separa il sottile dal grossolano – estrai lo zolfo trasferendolo in un ricettacolo più adatto, nascondendolo in un mercurio più puro. Per fare ciò si richiedono sagacia (husn: anche grazia, bellezza, bontà) e tecnica sublime.
Lo zolfo filosofico viene sublimato (si innalza dalla terra in cui è sepolto alla superficie del composto, dalle ceneri viene fatto volare in alto, emergere come un pesce) e corporificato attraverso l’iterazione delle operazioni fondamentali: questo movimento ne addensa la forza, l’energia, lo rende spirituale, sottile, penetrante come le cose alte e fisso, stabile come le cose basse.
L’opus è il conseguimento della gloria, la resurrezione in vita: volano via i veli illusori, gli involucri grossolani e la conoscenza della resurrezione si fa carne, lo sguardo coglie la vita in morte e la morte in vita, il corpo è divenuto ciò che è, seme di vita eterna.
L’energia del lapis, congiungendo cielo e terra, mondo superiore e inferiore, fisso e volatile, è al di là del mondo, al centro del mondo, è l’energia che trasmuta, che vince sull’entropia, sulla morte. Il mondo è stato creato appunto così: seminando la vita nella morte, vincendo ab aeterno la morte, facendone strumento di superamento, di rinascita.
Gli “adattamenti miracolosi” sono le operazioni magico-alchemiche, operazioni tanto naturali quanto artificiali.
Così Hermes, il logos, è chiamato Trismegisto, tre volte grandissimo, perché ha conquistato – ab aeterno e nel tempo – tutte e tre le parti della “filosofia del mondo intero”: opera al nero, al bianco, al rosso; sale, mercurio, zolfo; terra, atmosfera, cielo; terra, luna e sole: ciò che sta in basso, ciò che media, ciò che sta in alto. La Triade, che manifesta l’Uno.
Così si compie l’opera dello zolfo solare: la Pietra Filosofale è la verità-realtà della creazione.

Nessun commento:

Posta un commento