Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



lunedì 15 marzo 2010

Appunti apocalittici del 2000/3


Sublime detto dell’imām ‛Alī: L’alchimia è sorella della profezia. La profezia è annuncio della resurrezione, l’alchimia è la scienza-disciplina esoterica della trasmutazione. Gesù è la pietra filosofale, meta dell’Arte (presenza, pienezza), ma sempre di nuovo pratica e attesa, primizia. Gesù è messia e profeta, lapis philosophicus e opus, colui che dà inizio al Regno (alla sua manifestazione) occultandosi nella vita spirituale e carnale di tutti e tutto.

Il vecchio hassid dice allo tzaddiq: “Ora che siamo parenti posso confessartelo: alla mia età non ho ancora fatto teshuvah, non mi sono ancora convertito!”. Il santo gli risponde: “Smettila di pensare a te stesso e occupati dell’universo!”. Questo va detto ai cristiani, oggi più che mai, l’ora viene ed è adesso: l’aborto, gli embrioni, il divorzio... mentre i mattatoi, gli allevamenti stessi officiano sempre più nudamente il rito imperiale della Techne, in cui l’unica res cogitans sta di fronte a pezzi di extensio indefinitamente sfruttabili e consumabili; le piante sono schiavi senza neanche un rigo nei codici delle nostre anime: gli elementi vengono torturati quotidianamente senza requie...

Il cristianesimo oggi estende – quindi esprime – al massimo, entro i confini dell’umano, la sua idea di personalità, come l’editto di Caracalla estendeva la cittadinanza ai liberi dell’Impero. Ma finché un dio non assume la forma servi e non dà lingua e simbolo di salvezza a ciò che è davvero schiavo oggi, la Redenzione – e la “fine” dello stato attuale delle cose – è lontana.

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