Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



martedì 30 marzo 2010

Pensiero del Cile


a Mariella

Non so, dev’essere un amore
più duro delle ossa dei profeti
che li costringe a maledire in faccia
i torturatori, come fanno, alla
seconda persona singolare e plurale
– ahi su di te, ahi su di voi – la persona
di Dio, della preghiera, del Regno.
Non so. Certo che un fuoco
con più aria e più fumo, che lasciasse
lievitare un po’ il corpo, non saprebbe
quasi accendere il dire, lambirebbe
il dire-nulla, o quasi, una salvezza
piccola e giusta del torturatore,
del suo non aver faccia e nome e corpo –
nemmeno forse potrebbe soffiarlo
via in pienezza di cuore
e di paura, soltanto un dire
molto povero, una parola che non
arda tutto, e subito: un parlare, solo,
che ci consoli, e protegga; un sostenere
quella divinità leggera e muta,
quella terza persona impersonale,
quel fremito di velo.

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