Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



lunedì 22 marzo 2010

Humanitas in tempore inhumanitatis


Cinque minuti di otium: non abbastanza per spogliarmi della veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mettermi i panni reali e curiali; appena sufficienti, forse, per masticare qualche versetto, per assaporare qualche riga, qualche frase, qualche detto. O nemmeno per questo: ma di sicuro sufficienti per masticare, per ruminare, per far scendere in gola la città, per trasformare in pena e midollo la triste fatica del lavoro. Perché per riconoscere le fattezze di Adamo – che pure ci sono – in questo lavoro, in questa città, ci vuole una bella e cara ingenuità, oppure una scorta d’amore meditato e stagionato – fresco si corrompe in un paio d’ore –, una riserva di libertà e dolore da dissetarci e sfamarci la banda di poveri disgraziati che ha preso dimora nella mia anima.

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