Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



martedì 16 marzo 2010

Un fidanzato rilegge


a Saint-Exupéry, a W. C. Williams, a Chesterton, ai sufi, a noi

I. UN FIDANZATO RILEGGE
LA METAPHYSIK DER GESCHLECHTSLIEBE

Aveva ragione Schopenhauer,
l’amore è una truffa, ma il truffatore
non è la natura, è Dio. Guardatevi
dalle mie astuzie, ha detto ai credenti,
guardatele, portatele sul capo
come la corona dei folli. Prendete rifugio
da me in me. Eppure non basta,
perché l’amore fra un uomo e una donna
è la bellezza: un corpo consapevole
del canto. Ignoriamo se valga la pena,
perché l’adamo era e resta uno sciocco,
ma certo c’è qualcosa di più santo
della certezza, qualcosa che attende
e che è, nelle pieghe di carne
di qualunque malcerto matrimonio.
Dunque Schopenhauer aveva ragione, però
– mi dispiace – non era ragionevole.



II. UN FIDANZATO RILEGGE
LE PETIT PRINCE

Amare forse viene da adamare,
portare in casa, nella domus, dunque
addomesticare. Parla ancora,
rosso briccone, dimmi qualcos’altro.
Aggiungi che l’amore corrisposto
è un lancio di dadi in una bisca
orientata a Gerusalemme,
che l’amore nuziale è una puntata
memorabile, un rilancio, azzardato
curvandosi sul tavolo del vino
a due passi dall’iconostasi
a un metro dalla luce. Sei davvero
buffa, mia volpicina. Tu vuoi piangere
per guadagnare il colore del grano
e meritare l’astuzia del vino.
Sempre ci si addomestica due a due,
arruolati nel fumo, sequestrati
fra ardenti colloqui, noi adami,
sempre l’un l’altro ci addomestichiamo
entrando, il capo chino, in luoghi assai
poco rispettabili, sedendoci in pace
a una mensa che mangia i commensali.



III. UN FIDANZATO RILEGGE
IL LIBRO DELLA NATURA

Dicono che i colombi
siano monogami. Dei serpenti non so,
mi basta che anche loro
facciano uova. Il leone ha il serraglio,
il vitello è vergine: forse per questo
saranno, in quel giorno, inseparabili.
Il mondo dice quello che ha da dire.
Ospite dei tramonti e del corpo, temo
che solo la monogamia possa fare di adamo
un fratello, com’era, delle bestie,
all’altezza dei loro pericoli,
dei loro tremiti. Solo le nozze,
io temo, ci rendono il Giardino.

Se non ti avessi vista, dolcemente
austera, giocosa gallina,
mai avrei sospettato che per fare
festa nella vita, per vivere a festa,
è opportuno forzarsi ad aver l’aria
del giorno festivo, la mattina.


NOTE:
“Guardatevi/ dalle mie astuzie”: secondo una tradizione islamica, quando Iblīs (il Diavolo) fu maledetto, gli arcangeli Jibrīl e Mīkā’il si misero a piangere. Allāh chiese loro: “Perché piangete?”. E gli arcangeli: “Signore, temiamo le Tue insidie”. Allāh assentì: “Avete ragione. Non credetevi mai al riparo dalle Mie insidie”. Ma un famoso hadīth recita: “Io prendo rifugio in Te da Te”.

L’etimologia amare-adamare è stata effettivamente proposta da alcuni studiosi.

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