Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



sabato 27 marzo 2010

De officiis


Non: Tu devi, ma: tu non potrai fare altrimenti. Tu non ucciderai, perché nessuno muore per mano di qualcuno: tu non commetterai adulterio, perché nessuno può separare ciò che Dio ha unito, né insozzare ciò che Dio ha santificato; tu osserverai il sabato, tu onorerai il padre e la madre, tu amerai, perché non hai alternativa, ci sei già dentro, se il sabato ti avvolge tu lo osservi anche trascurandolo, se il padre e la madre ti hanno generato tu li onori per il fatto stesso di esistere al loro cospetto, se Dio esiste esisti nella sua luce e nella luce del volto del prossimo, qualunque cosa tu faccia. Riconoscere questa pre-libertà e pre-necessità (diventa necessità e libertà in relazione a noi) è volerla e amarla: il comandamento più grande, quello dell’amore, è formulato al perfetto, ahavta, come a dire: già ami, già hai amato. Perché allora è così decisivo il mio assenso, il mio riconoscere-volere-amare, il mio fare spazio, la mia testimonianza? Proprio per questo: perché, strettamente parlando, non ho scelta. Dovere è timorosa celebrazione di un patto che ho già firmato esistendo, non sforzo di conformità a un versetto che mai diventerò, che mai potrò incarnare.

Nessun commento:

Posta un commento